La domanda di D. mi risuona ancora in testa: “Tu cosa ne pensi, di tutto questo?”
Me lo chiede in un modo un po’ impacciato e timoroso. Me lo chiede come lo chiederebbe una persona che sa esattamente che sta mettendo il coltello nella piaga, il dito nel culo, o qualsiasi altra cosa fastidiosa possa esistere al mondo.
Bene, io penso soltanto che maledico il giorno in cui l’ho conosciuto. Io penso che vorrei esportarmi il cuore e il cervello per poterlo dimenticare e rimuovere ogni ricordo. Io penso che sto tremando dal nervoso e ho una fitta al petto. Io penso che se lo rivedo con lei al suo fianco, dopo tutto quello che è successo, potrei morirne. Io penso di aver sbagliato fin dal principio e che non è mai stato come si è fatto conoscere da me. Io, di tutto questo, non so a chi credere e non so a chi parlare. Io penso di avere voglia di piangere, piangere e… urlare. Sto provando un dolore straziante. Io penso che ho paura… paura di scoprire che ama realmente lei, paura di capire che sarò sempre al secondo posto, paura di rendermi conto che è stato tutto un castello di sabbia, una montagna di bugie. Io ho paura di amare di nuovo, ho paura di non essere amata abbastanza e, soprattutto, ho paura di rimanere sola. Vorrei strappare tutti i fogli in cui ho trascritto le mie emozioni, in cui ho raccontato attimi di felicità con lui. Voglio annullarmi e smettere di tremare. Questo scrivere da suicida mi sta stancando, ma è l’unica cosa che mi aiuta a scaricare la collera.
E la cosa peggiore è che non trovo un appiglio a cui aggrapparmi, un’ancora di salvezza che possa salvarmi da me stessa. Mi sento come quando non trovi il punto d’inizio dello scotch adesivo, sai che c’è, è lì… E tu continui a raschiare le tue unghia su quella superficie identica a se stessa…. Ma non lo trovi, il punto d’inizio, perché lo scotch ti inganna. Lo scotch è cattivo. Io ho bisogno del punto d’inizio dello scotch per attaccarmi al muro, uscire da me stessa e guardarmi da fuori. Riscoprirmi.
Ma come tutte le cose di cui hai bisogno, non arrivano mai quando servono. Mai. E ti ritrovi a oscillare tra i tuoi pensieri rotti e le tue scelte sbagliate. Inciampando, sempre, fino a farti sanguinare le mani. Perché è questo che vogliamo noi masochisti, no?
Rileggersi dopo tanto tempo è qualcosa che mi spaventa sempre e poi mi stupisce.
16 Maggio 2014 at 0:23
Io ti posso prestare un taglierino affilato, per fare un taglio netto sullo scotch e creartelo il punto d’inizio. Un nuovo punto di inizio. Lo vuoi?
16 Maggio 2014 at 0:25
Si, tanto…
16 Maggio 2014 at 8:12
Taglia… taglia e basta… prima tagli e sanguigni del tutto prima inizia la guarizione, e da lì il nuovo. Le lacerazioni lente non servono…
(ti parlo per esperienza vissuta, seppure credo storie diverse, aneliamo così tanto alle carezze, che prendiamo quelle che vengono chiamate le “carezze negative”)
16 Maggio 2014 at 15:31
Hai ragione, però spesso non trovi il coraggio di tagliare.. E quindi? Finiamo a praticare il masochismo…
16 Maggio 2014 at 15:34
E quindi inizia ad uscire dal masochismo, magari qualche volta ci ricadi, ma non preoccupartene rammenta. rialzati e prosegui via, lontano…. ricorda l’amore non è dolore
16 Maggio 2014 at 15:38
Quello sicuramente… L’amore esiste quando si sta bene, soprattutto con se stessi..
19 Maggio 2014 at 12:13
non è essere masochisti, è che in fondo la vita è un susseguirsi di ferite, per fortuna alcune estremamente dolci 😉
24 Maggio 2014 at 9:32
Mi piace pensarla come Bukowski.. La vita come un rum e pera, l’amaro del rum e poi la botta dolce del succo alla pera 🙂
24 Maggio 2014 at 9:39
Ahaha non male. Mi piace. Cin cin
24 Maggio 2014 at 9:40
Alla salute! 😀
24 Maggio 2014 at 9:43
Ma si esageriamo 🙂
23 Maggio 2014 at 12:58
Ho sacco di punti. Un sacchetto. Lì in mezzo ci sarà pure qualche punto d’inizio. Ne prendo una manciata e te li porto, poi scegli tu.
24 Maggio 2014 at 9:31
Vorrei un bel punto d’inizio, di quelli più grandi di me, pieno di paura e pieno di nuove avventure!
24 Maggio 2014 at 21:35
E’ facile. E’ un punto a caso.
4 giugno 2014 at 14:14
C’è una data: 2011
Beh, sono passati un pò di anni, ma credo che, se riproponi questo scritto, ancora non ne sei uscita !
Il fatto che da queste cose se ne esce solo quando si è convinti con se stessi che era comunque una storia sul nostro intimo inganno.
In qualche modo ci siamo illusi di una persona che poteva darci il mondo e che poi, invece, era solo come tante altre persone.
… Forza, che passa !